Presentata l’ottava edizione dell’indagine Istat sul Benessere equo e sostenibile. Una utile guida per misurare lo stato di salute dell’Italia attraverso 12 dimensioni del benessere, fra cui gli italiani hanno indicato di prioritizzare nell’ordine una buona salute e attenzione agli stili di vita, l’istruzione e la formazione, la sicurezza personale rispetto alla criminalità, il lavoro e la sua qualità e l’ambiente e la sua tutela. La situazione del complesso delle misure Bes è in miglioramento, ma peggiorano la cura del paesaggio e del patrimonio culturale, le relazioni sociali e la soddisfazione per la vita.

Preoccupa la spaccatura geografica dell’Italia che l’indagine mette a nudo: mentre la situazione descritta al Nord è incoraggiante, in Calabria, Sicilia e Campania oltre la metà degli indicatori indica gravi difficoltà rispetto al resto del Paese.

L’Italia è il Paese che per primo ha introdotto sperimentalmente il Bes nel Documento di economia e finanza. Valutare gli effetti delle decisioni di finanza pubblica oltre i soli effetti sul PIL è la strada da perseguire. Per questo Attua fa proprie le indicazioni che ne derivano e si impegna a far sì che anche nei territori si possano sperimentare azioni orientate ad incrementare il benessere in maniera sostenibile ed equa, con particolare attenzione alle regioni in maggiore difficoltà.

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